Il diploma linguistico fu la scelta presa con un fine ben preciso, ovvero imparare lingue straniere che agevolassero il legame con altre culture e permettessero di avvicinarmi ad esse nel mondo del lavoro. Non sapevo bene di cosa volessi occuparmi nella vita professionale, ma la certezza era che avrei avuto a che fare con l’estero.
All’età di 27 anni, alternando lavori in veste di assistente residente, accompagnatrice turistica, receptionist su navi da crociera ed impieghi in aziende del territorio in cui vivevo, decisi di sposarmi.
Annoiata dal lavoro dipendente senza sfide e incurante del concetto di meritocrazia, un anno dopo, decisi di aprire la mia agenzia viaggi che prese forma nel 2007, con la fiducia di mio padre che mi supportò nel compiere questo passo.
Mi resi conto che stavo investendo energie in progetti che non mi appartenevano e mi sentivo imprigionata. Il desiderio di libertà ed indipendenza sono sempre stati radicati in me. In più, volevo poter offrire qualcosa alle persone, che fosse un incoraggiamento o la soddisfazione di un bisogno.
La motivazione fu quella di far viaggiare il più alto numero di persone verso le mete sognate, qualsiasi fosse la richiesta per poi scoprire, col tempo, che mi appassionava suggerire e stimolare gli stessi clienti ad un nuovo modo di viaggiare, dalla settimana in un villaggio turistico all inclusive in Egitto, ad un tour itinerante in Portogallo l’anno successivo fino a definire il proprio modo di viaggiare, senza seguire un modello, ma identificando il proprio.
Una sorta di outfit del viaggio che si evolve, si libera di paure e pregiudizi e diventa il tuo stile.
Il lavoro, negli anni, si fece appagante ma, ancora una volta, sentivo il bisogno di allargare i miei orizzonti e più viaggiatori incontravo, più il desiderio di condivisione si faceva grande e così iniziai a studiare itinerari verso quelle mete che mi attiravano in particolar modo, integrandoli con delle esperienze, le proposi a clienti, amici e famigliari ed iniziammo a viaggiare insieme. Mi occupavo personalmente dell’organizzazione tecnica pre-partenza e dell’accompagnamento, quindi dalla creazione fino alla realizzazione, spesso discutendone con i clienti, sulla base dei loro interessi ed esigenze.
Finalmente tornai sul campo e questa volta era la mia clientela, frutto di un duro ed appassionante lavoro. Riassaporai quella sensazione di responsabilità che, può costare cara, ma appagante e portatrice di grandi soddisfazioni.
Sono una persona introspettiva e, poco prima della pandemia, sfiorati i quarant’anni d’età, analizzai la mia vita professionale e personale e sentii che qualcosa mancava ancora. Volevo aggiungere un tassello e capii che era arrivato il momento di prendere sul serio anche i miei sogni, volevo viaggiare di più, stabilirmi in un paese straniero per qualche tempo, lavorando da remoto, dare un’impronta internazionale alla mia attività.
Rientrando da un Bali a Gennaio 2020 capii quale era il passo successivo da compiere, ma purtroppo la pandemia, inevitabilmente, bloccò il piano, con non poche difficoltà.
Devo riconoscere che fu durissima, mi sentii sola ed ebbi molti ripensamenti fino a sfiorare il pensiero di chiudere l’agenzia definitivamente. La pressione ed il rischio era troppo alti, ma l’amore per questo settore era ed è la mia vocazione, può offrire migliaia di opportunità ed è stato così che, in un raro momento di chiarezza in quel periodo, presi un volo per l’isola di Corfù dove vivo tutt’oggi per gran parte dell’anno.
Quello che faccio lo porto avanti con determinazione, non c’è nulla che mi appaga di più di sapere che le persone viaggiano e lo possano anche fare con il mio supporto. Ho tante idee che occupano la mia mente ed anche se, da due anni, gli ostacoli sono molti, rispetto il mondo e lo aspetto e sarà questa attesa a portarmi là, perché lo voglio con tutta me stessa. E mi auguro, altrettanto, di poter coinvolgere tante persone a provare nuove esperienze e a nutrire quella fiammella che ogni tanto si fa sentire. Non credo sia necessario darle un volto, ma avere il coraggio di seguirla.
…e per concludere, il nome Quo Gentium Travel non l’ho scelto io e so non essere orecchiabile, ma è entrato nel mio cuore ormai e per ora resta così.
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